Con la recentissima sentenza del 12.08.2020 n. 782 la Corte d'Appello di Genova ha chiarito che "è nulla la clausola del contratto di mutuo che stabilisce che gli interessi moratori vanno pagati anche sugli interessi corrispettivi se la loro sommatoria supera il tasso soglia usura".
La causa prendeva le mosse dall'opposizione formulata dai mutuatari contro l'atto di precetto notificato dalla Banca, la quale aveva loro intimato il pagamento delle rate scadute e non pagate.
Gli opponenti deducevano il tasso di interesse pattuito in contratto, se sommato al tasso di mora, alle spese per istruttoria, per assicurazione ed alle altre spese indicate in atto di citazione, era maggiore del tasso soglia usura fissato con riferimento al periodo di stipulazione del mutuo e, pertanto, chiedevano ne fosse dichiarata la nullità.
Il Tribunale di primo grado riteneva che l'interesse corrispettivo e l'interesse moratorio, avendo natura giuridica e funzione completamente diverse, non possano essere giuridicamente sommati gli uni con gli altri e, pertanto rigettava l'opposizione.
La Corte d'appello, tuttavia, riformava la sentenza richiamando a sostegno della propria tesi quanto di recente affermato dalla dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 17447/2019, secondo cui in ipotesi di concreta applicazione degli interessi moratori, nel calcolo dell'usura occorre considerare anche la capitalizzazione degli interessi corrispettivi. Ciò in quanto il mutuatario, in detta ipotesi, è obbligato al pagamento degli interessi moratori non soltanto sulla quota di capitale, ma anche su quella di interessi che è incorporata in ciascuna delle rate già scadute.
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