Nel nostro ordinamento, quando un conto corrente è cointestato, si presume che la titolarità del denaro giacente spetti a ciascun intestatario in egual misura.
Così, ad esempio, due cointestatari avranno la proprietà del 50% ciascuno.
Questa presunzione di legge avrà riflessi molto importanti nell'ipotesi in cui uno dei cointestatari venga a mancare.
Vediamoli più da vicino, sempre attraverso l'esempio dei due titolari.
Alla morte di uno dei cointestatari si avrà idealmente la divisione del denaro giacente al 50% ove una quota spetterà al cointestatario superstite e l'altra quota andrà, invece, in successione agli eredi del defunto.
A volte, tuttavia, accade che la Banca blocchi il conto corrente in attesa di ricevere copia della denuncia di successione, e così nel frattempo il titolare superstite non potrà compiere nessuna operazione.
Altre volte, invece, la Banca blocca unicamente il 50% delle somme giacenti, presuntivamente destinate agli eredi, cosicché il cointestatario ancora in vita potrà chiedere la liquidazione dell'altra metà.
Attenzione, però!
Non sempre il cointestatario può beneficiare di tale divisione.
Come sopra specificato, infatti, la proprietà al 50% del conto corrente cointestato rappresenta una regola presuntiva che potrà sempre essere superata dalla prova circa la reale titolarità delle somme.
Ciò significa, ad esempio, che se il denaro sul conto proveniva unicamente da risorse riferibili al cointestatario deceduto, l'intera giacenza andrà a formare l'asse ereditario .
In un caso simile, peraltro, gli importi che il cointestatario superstite aveva nel tempo prelevato, dovranno essere considerate quali donazioni, con ogni conseguenza che ne deriva, compresa la possibilità per gli eredi del defunto di agire contro il cointestatario per la restituzione delle somme ove fosse accertata la lesione della quota legittima.
Qualora ci si trovasse in simili circostanze, si consiglia sempre di rivolgersi ad un legale esperto al fine di evitare di porre in essere operazioni illegittime e addirittura punite penalmente.
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